Ita 2006

Questo nel complesso ben riuscito film di Kim Rossi Stuart parla di un giovane padre impegnato nel difficile compito di allevare, da solo, due figli adolescenti e sistemare la propria problematica situazione lavorativa. Esordio più che convincente alla regia di questo giovane attore, anche se complessivamente è un film pieno di difetti.

A volte scade nel bozzettismo (vedi i due personaggi importanti della madre e della figlia) mancando di una vera e propria analisi. La regia è tutt'altro che perfetta: c'è qualche sbavatura e anche il montaggio a volte non fila ed è troppo forzato. Come sono forzate alcune scene (la gara di nuoto e il finale "strappa lacrime"). A fare da contrasto a queste imperfezioni ci sono numerosi pregi: la bell'analisi del padre in crisi che non riesce più a gestire la propria vita fatta di troppe difficoltà. E' un film che non cerca, tranne nel finale, di fare colpo nello spettatore (nota molto positiva visto che il film si poteva prestare bene). Non scade in facili moralismi, buonismi o demagogie da bar. Da apprezzare molto il fatto che non giudica e non condanna nessun personaggio, ma si limita a raccontare una storia semplice come lo è una famiglia nella sua quotidianità nei momenti difiicili e nei momenti spensierati e felici. E' un film intelligente sulla difficoltà da essere padri in una società dove mancano molte, troppe, certezze. Il piccolo Tommy viene caricato di troppe responsabilità da tutti (tranne che dalla famiglia vicina di casa) e non riesce a vivere la propria infanzia (ricorda un po' la condizione dei bambini neorealistici). Confronto inquietante per il bambino tra le famiglie: una idilliaca (non la sua) e una molto problematica (la sua).

Film ben strutturato nel suo complesso che si lascia vedere abbastanza bene. Anche come attore il novello cineasta Kim Rossi Stuart se la cava piuttosto bene, anche se la sua recitazione è, a volte, troppo caricata. Mentre la madre (Barbara Bobulova) risulta molto fredda, insipida e non lascia assolutamente il segno.