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Intervista

Scritto da: D.D.

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Ita 1987

Film di Federico Fellini che racconta di una troupe della televisione giapponese che viene a Roma per intervistarlo mentre è impegnato nella direzione di un film ispirato al romanzo "America" di Kafka.
In questa intervista Fellini ripercorre il suo passato romanzandolo, rielaborandolo come sua usanza: infatti anche nella sua quotidianità privata era "un gran bugiardo", e la realtà si mischiava con la sua fervida immaginazione creativa. Con questa pellicola il grande regista ci mostra la lavorazione e il retro di un film, di un suo ipotetico film. L'intervista è chiaramente svolta a Cinecittà, teatro di tutti i suoi lavori: a proposito di questa città dei sogni il maestro dichiara che è il suo alibi. Film brioso, abbastanza ispirato, da non buttare, da vedere; corale e allegro ha però un sottile velo di malinconia, come l'inconfondibile stile felliniano. All'interno di questo atipico film troviamo le consuete e divertenti battute in romanesco da parte di folcloristici popolani romani. Il regista mescola il passato, il presente e i sogni con una discreta coesione rendendo questo filmetto, per nulla facile da digerire, abbastanza omogeneo. Fellini interpreta se stesso così come il giovane attore Sergio Rubini, Marcello Mastroianni e Anita Ekberg.
Nel film viene riproposto agli spettatori il duetto tra Marcello e Anita ne La Dolce Vita con i due attori maturi che assistono commossi: il risultato è emozionante. Molto bella anche la sequenza malinconica della fine delle riprese: per il regista romagnolo la fine delle riprese coincide sempre con la fine di una festa dove l'unica sensazione plausibile è la malinconia. Ricorrono molte melodie dei precedenti, chiaramente più affascinanti, film del maestro riminese. Le musiche sono di Nicola Piovani che rende omaggio al grande Nino Rota (autore di tutte le musiche dei film felliniani finchè è rimasto in vita).
Sicuramente questo non è il migliore dei film di Fellini, ma comunque si lascia guardare, soprattutto per gli estimatori del regista. Film nato per la televisione, dovette uscire sul grande schermo (facendo storcere il naso a Fellini) per coprire i costi lievitati durante le riprese (usanza consueta per lui). Tullio Kezich, amico e biografo di Fellini, scrisse recensendo il film: “è 8 ½ con Fellini in persona al posto di Mastroianni, tanti pasticci sentimentali in meno, tanta saggezza in più", dichiarazione forse eccessiva, ma con un fondo di verità.