Usa 1986

Questa commedia di Woody Allen è incentrata sul personaggio di Hannah, interpretato dalla Farrow; intorno a lei gravitano le sorelle, che vivono chi alle sue spalle in termini economici e chi della sua luce riflessa. Hannah è delle tre sorelle quella con più talento, più giudizio nel condurre la vita e che ha abbandonato la fortunatissima carriera teatrale per dedicarsi alla famiglia.

Allen per sè si costruisce la parte di un ipocondriaco (stranamente oserei dire) che è stato il primo marito di Hannah. Si potrebbe definire questo film come il prototipo della commedia sentimentale del regista; al suo interno infatti ci sono molti elementi che ricorrono nella sua filmografia: il jazz, gli innumerevoli spunti autobiografici, la consueta ironia sull'ebraismo sua religione. Anche questo film è un atto d'amore alla sua New York, basti notare la bellissima passeggiata automobilistica alla ricerca dei più bei palazzi della città. Ricorrono di frequente le sue abituali battute fulminanti (le migliori sono quelle sulla masturbazione).

Gli uomini sono dei perdenti, vedi il marito di Hannah che è "costretto" a tradire la moglie con la sorella perchè oppresso dalla sua figura così forte, così indipendente e autonoma, mentre la sorella è bisognosa di un qualcuno che le stia vicino, che la faccia crescere, che la plasmi, ma che alla fine troncherà di netto la relazione con grosso dispiacere di lui. In questo film dolce-amaro la prima parte è molto ironica e "spensierata", mentre nella seconda il tono del film si alza e il risultato complessivo è più che buono. Diviso in capitoli ma ben amalgamato nel suo complesso. La parte di Allen sembra essere a sè stante e non legarsi con il resto del film fino al finale dove si congiunge e si incastra alla perfezione. Nota di merito alla fotografia molto bella e veritiera di Carlo Di Palma.

Vincitore di tre Oscar: miglior sceneggiatura (Allen) e migliori attori non protagonisti [Caine (il marito fedifrago) e Wiest (Holly la sorella più intraprendente di Hannan)].