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Taxi Driver

Scritto da: Dj LT

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Taxi Driver poster(1976), di Martin Scorsese


Non si può scrivere nulla su Taxi Driver che non sia già stato scritto: perfetta la recitazione di Robert De Niro, che si calò così perfettamente nella parte da improvvisare la famosa scena dello specchio ("Ma dici a me?"); ristretto e ottimo cast; bella fotografia di Michael Chapman, con un colore acceso e graffiante, di un'affascinante e allo stesso tempo squallida New York notturna; preciso montaggio di Marcia Griffin, allora moglie di George Lucas e futuro premio Oscar per il montaggio di Guerre stellari; profonda sceneggiatura di Paul Schrader, che la scrisse in un periodo di depressione; dedicato a Bernard Herrmann, compositore delle musiche che morì prima dell'uscita nelle sale; e si potrebbe andare avanti per ore. Non c'è molto di nuovo da dire, ma un semplice interrogativo potrebbe accendere interessanti e ricche discussioni. La domanda in questione è: cosa lo rende così speciale? In altri termini, qual è il fattore che ha reso la storia di questo reduce del Vietnam stressato e insonne che si improvvisa paladino della giustizia per scrollarsi di dosso la sua pesante solitudine un capolavoro mondiale? A parte tutte le qualità sopracitate, ovviamente. Forse il fatto che ognuno di noi ha il suo Travis Bickle nell'anima. Forse la lettura esistenzialista o il crudo realismo. Forse perché anche noi viviamo in un mondo squallido che vorremmo cambiare e ci sentiamo vicini al protagonista per quanto sia disturbato dal punto di vista psichico. Forse, ma non solo. Basta invece pensare soltanto al fatto che per Scorsese è un film anomalo. Contiene sì i temi di colpa, redenzione e rapporti umani cari al regista, ma per il resto è pura psicologia, un continuo immergersi nelle turbe psichiche del tassista notturna ed è questo dettaglio a renderlo assolutamente unico. La musica di Herrmann poi, reduce dalla collaborazione con Hitchcock, rende ancora più tesa e cupa la narrazione: è un dramma con l'atmosfera di un thriller. Senza contare l'elogio/denuncia della co-protagonista, ovvero la Grande Mela dei bassifondi. La sparatoria finale poi è un pezzo di bravura. 


Voto: 10/10