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La vita è bella

Scritto da: Dj LT

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la vita e bella(1997), di Roberto Benigni


Il titolo del sesto film di Roberto Benigni è tratto da una frase di Lev Trockij: « La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore ». Non esiste modo migliore per riassumere insieme trama e contenuto dell’opera. Benigni avrebbe potuto parlare del periodo più buio del Novecento in tutto il suo orrore (come Schindler’s List pochi anni prima) e decise invece di narrare una fiaba in due atti dove il “principe” riesce a conquistare la sua “principessa” ma non a vivere felice e contento e nonostante tutto tenta di nascondere al piccolo figlio la realtà del lager in modo che il suo mondo innocente non venga distrutto dalle sofferenze che lui sta patendo. Nel mondo di oggi un giusto come Guido Orefice, privato dell’idillio che si era costruito ma non per questo meno altruista e buono, è difficile da trovare; tentiamo allora di essere come lui per dare ai nostri figli, se non un mondo migliore, almeno il futuro che si meritano e la speranza che un giorno l’odio e le guerre spariranno del tutto. Solo un italiano poteva assumersi un compito così difficile conscio delle critiche a cui si sarebbe esposto: pensiamo quanto sia stata dura per il nostro, fino ad allora regista di commedie degli equivoci come Il mostro o Johnny Stecchino, farsi accettare anche come regista drammatica. Ma ha creduto nel suo progetto e il pubblico gli ha dato ragione. D’altro canto si tratta, come già detto, di una fiaba e le fiabe, sia sa, vanno al di là del tempo e dello spazio: la storia avrebbe potuto essere ambientata ovunque, avrebbe trasmesso lo stesso tutto quello che doveva trasmettere. La regia infine rende le due ore scorrevoli e piacevoli grazie anche alla meravigliosa Toscana e agli attori più che adatti alla parte (viva Giorgio Cantarini e Nicoletta Braschi). E così finì che nell’anno di Salvate il soldato Ryan, American History X, Shakespeare in Love e La sottile linea rossa La vita è bella vinse ben tre premi Oscar: miglior film straniero (“Robertooo!”), miglior attore protagonista (Benigni è il primo interprete maschile non anglofono a vincerlo) e miglior colonna sonora a Nicola Piovani (semplice e diretta come non mai). Fu candidato anche come miglior film, miglior regia, miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale (ricordiamoci del buon Vincenzo Cerami, r.i.p.) e vinse il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes. Per tutto questo ed altro ancora, grazie Roberto.


Voto: 10/10