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Interstellar

Scritto da: Dj LT

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interstellar(2014), di Christopher Nolan

Le nuove tecnologie digitali hanno dato un grande contributo ai film del Duemila, soprattutto a quelli fantasy o fantascientifici, ma hanno rischiato di renderli delle opere pompose e ricche solo dal punto di vista tecnico (e spesso ci sono riuscite). Non è stato così per Interstellar, ultima fatica di Christopher Nolan. Scritto con il fratello Jonathan e prodotto con la moglie Emma, rappresenta un imprecisato ma non troppo lontano futuro dove una piaga sta distruggendo i raccolti e le risorse energetiche stanno terminando; qui un ex-pilota spaziale vedovo con due figli si vede costretto a tornare in azione e a compiere un viaggio nelle profondità del cosmo per trovare un mondo alternativo da ripopolare e salvare l’umanità e la sua famiglia. Anche stavolta Nolan non si è fatto mancare nulla, a partire dal cast (è il caso di dirlo) stellare: tornano i vecchi collaboratori Michael Caine e Anne Hathaway e si aggiungono Jessica Chastain, Matt Damon in una piccola parte e un immenso Matthew McConaughey. Nei contenuti e nello stile è chiaro che il riferimento è 2001: Odissea nello spazio, a partire dalla ripetizione ossessiva dell’accordo finale di Also sprach Zarathustra. Tuttavia la differenza tra i due è notevole: per Kubrick l’esplorazione spaziale è una metafora filosofica dell’inconscio, dell’oscurità e del limite, mentre per Nolan il suddetto limite è concreto ed è la fisica con le sue leggi. Perennemente in bilico tra il realismo della trilogia del Cavaliere Oscuro e la fantasia di Inception il nostro si concede il lusso di andare fuori dal mainstream e dal “già visto”. Non più fantasia  resa scientifica, bensì scienza ragionata fino alla fantasia, portata cioè ai ragionamenti teorici più estremi. Concetti complessi come lo spazio, il tempo, la relatività di Einstein e  le teorie di Kip Thorne sono la solida base per sviluppare una bella trama che a volte risulta lenta e statica e altre ancora avvincente ed emozionante. Ci troviamo di fronte ad un’estetica raffinata, ad una fotografia mozzafiato e  ad una martellante e trascinante colonna sonora composta dal fido Hans Zimmer. E tornando al discorso iniziale sulla CGI, essa è talmente elaborata che risulta impercettibile anche nei momenti dove è più utilizzata. Viene pure inserito un “catalogo” dei sentimenti umani con relativa analisi. C’è molto in questo film, quasi tutto, forse troppo, ma si sa, melius abundare quam deficere. Ha diviso in due pubblico e critica, ma va bene perché significa che è da tenere d’occhio, anche se non è un capolavoro assoluto né probabilmente il migliore di Nolan. Importante anche il messaggio ecologista, semplice ma forte in una pellicola ben strutturata come questa.

Voto: 8/10