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La Città si Difende

Scritto da: D.D.

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Ita 1951

E' la storia di quattro disperati che cercano di dare una svolta alla propria vita rapinando l'incasso di uno stadio. Film di Germi che si divide tra il "gangster americano" e il neorealismo.

Infatti i banditi (se si possono chiamare in questo modo!?) sono portati a compiere gesti estremi dalla miseria, dalla povertà, dalla fame. Da notare anche la donna, la Lollobrigida, molto forte, come siamo abituati a vedere nella cinematografia neorealistica, che è costretta a prendere delle decisioni "pesanti" all'interno della famiglia perchè l'uomo non ne è in grado. La regia si sofferma su piccoli gesti ma molto carichi di significato: come lo scambiarsi gli anelli nuziali appena disimpegnati prima di partire per crearsi una nuova vita. I rapinatori sono un gruppo improbabile composto da persone senza esperienze criminali alle spalle, e infatti non riusciranno a farla franca. I quattro disperati sono tutti dei perdenti, per motivi diversi, e finiranno chiaramente male...

Uno dei film meno riusciti di Germi (grande regista troppo poco ricordato e celebrato) perchè non riesce ad amalgamare appieno i lati neorealistici con quelli americani. Non graffia e non è incisivo come i suoi precedenti e futuri film. Non centra il film. Nonostante ciò ci sono degli elementi che visti 50 anni dopo sono sempre piacevoli: gli strilloni che pubblicizzano il giornale fresco di stampa, la voce fuori campo con musichetta in sottofondo annessa che ti portano alla memoria tanti bei film del passato. E' un film da vedere se non altro per il soggetto originale di Fellini, Pinelli e Comencini, e la sceneggiatura sempre di Fellini, Pinelli, Mangione e il regista Germi. Il pittore che è costretto a fare il ritrattista per sbarcare il lunario ricorda assolutamente un giovane Fellini, nella Roma liberata, che campava grazie alle caricature che faceva ai soldati americani. Il soggetto può ricordare Rapina a mano armata di Kubrick.

Premiato come miglior film a Venezia.