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1941: Allarme a Hollywood

Scritto da: Dj LT

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1941allarme(1979), di Steven Spielberg

 

I generi solitamente associati a Spielberg sono fantascienza e avventura, talvolta guerra o dramma. Quasi nessuno se lo immaginerebbe a dirigere una commedia. Eppure accadde nel lontano 1979 con 1941 (che i maledetti titolisti italiani preferiscono chiamare Allarme a Hollywood), che porta la firma dei futuri sceneggiatori di Ritorno al futuro Bob Gale e Robert Zemeckis e del grande John Milius (Un mercoledì da leoni). La trama consta dell’unione di varie storie piene di bizzarri personaggi: un ballerino squattrinato, la sua bella fidanzata, la famiglia di lei, un soldato spaccone innamorato rivale in amore del ballerino, un sergente col suo plotone di svitati, un aviatore ubriacone, un generale che antepone Dumbo al suo mestiere e via dicendo. A fare da sfondo e da cornice di tutto c’è il 13 dicembre 1941, data in cui un sottomarino giapponese di quarta mano con a bordo un ufficiale nazista si dirige vero la costa per distruggere Hollywood; con la psicosi bellica Pearl Harbor succederà il finimondo. Troppo audace per essere un blockbuster (mossa azzardata mostrare americani come incapaci stereotipati e nessun eroe dopo la sconfitta in Vietnam), fu giudicato antipatriottico e non ottenne lo stesso successo dei precedenti lavori di Spielberg, il quale tornò nelle sale due anni dopo con I predatori dell’arca perduta; nello stesso anno in cui uscì, Belushi, Aykroyd e Landis (qui in un cameo senza barba) girarono The Blues Brothers. Oggi, senza pregiudizi, lo si può giudicare per quello che è realmente, ossia un film prevalentemente comico e pasticcione che prende in giro l’isteria del secondo conflitto mondiale ispirandosi ai fatti del Great Los Angeles Air Raid. Non è comunque anonimo, la mano di Spielberg si sente nella direzione delle scene di massa e di azione, che creano, più che un’avventura, un grande teatrino dove poter osservare le azioni delle “marionette”. L’eccessiva lunghezza, la presenza di così tanti racconti da gestire e le trovate comiche non sempre brillanti sono i principali punti deboli di un film che è comunque in grado di raggiungere l’obbiettivo: far ridere. Appartenendo al periodo New Hollywood bisognerebbe vederlo come un interessante esperimento, così come Duel e Lo squalo, che ha a suo favore un cast ricco e sfavillante, la fotografia e gli esplosivi effetti speciali di William Fraker (nominate all’Oscar assieme al missaggio sonoro di Robert Knudson, Robert Glass, Don MacDougall e Gene Cantamessa), il montaggio del fedelissimo Michael Kahn e la colonna sonora dai toni circensi di John Williams (il cui tema portante è stato definito dallo stesso Spielberg migliore del tema di Indiana Jones). Edizione italiana deludente: i doppiatori hanno delle belle voci, ma spesso l’adattamento rende le parti divertenti più stupide; audio e video andrebbero invece completamente restaurati. Nel DVD, invece, addio commento del regista e contenuti speciali.

Voto: 8/10