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Le Notti di Cabiria

Scritto da: D.D.

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Ita 1957

Peripezie della prostituta romana Cabiria che viene adescata con una promessa di matrimonio. Il regista Fellini riprende il fortunato personaggio di Cabiria (Giulietta Masina) che si vedeva ne Lo Sceicco Bianco.

Commedia drammatica "gioiello" di grande spessore purtroppo troppo poco conosciuta dal grande pubblico. Il film aleggia in un fantastico stato di malinconia più o meno spiccato, a seconda delle scene, ma sempre presente, come appeso a un filo. La Masina sembra un clown, un fumetto in tutto e per tutto, grazie anche all'abitino improbabile a strisce bianche e nere, e nonostante la professione è assolutamente asessuata. Cabiria è il personaggio più riuscito che il regista propone alla moglie, vera e propria musa ispiratrice. Da questa interpretazione si capisce l'amore puro e incondizionato del regista per la moglie: infatti le regala il personaggio femminile più bello, riuscito e pulito della sua carriera fatta di donne, per la maggioranza procaci, provocanti e sensuali.

Molto bella la sequenza corale e felliniana del pellegrinaggio alla Madonna del Divino Amore. Da segnalare anche la scena dove Cabiria viene "rimorchiata" (guarda caso proprio in via Veneto...) da Amedeo Nazzari, un divo dei tempi, che praticamente impersonifica se stesso e il modo di vivere dei divi e della Roma notturna (siamo alle porte de La Dolce Vita). Finale magico oltre che meraviglioso, con un primo piano che ricorda Charlot in Luci della Città, e come quasi tutti i finali felliniani va visto e non può essere sminuito da una mia banale spiegazione; questo, insieme a quello del Casanova e di 8 1/2, è il migliore. Sceneggiatura di Pinelli, Flaiano e del regista con la collaborazione di Pasolini che aiuta a scrivere i dialoghi, soprattutto quelli delle prostitute. Fellini girò molte notti insieme a Pasolini per la Roma di borgata per prendere degli spunti.

Oscar come migliore film straniero nel 1958 e la Masina vinse la Palma d'oro a Cannes.