Recensioni

Texas

Scritto da: D.D.

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Ita 2005

Narra la quotidianità della vita di un gruppo di giovani nella provincia piemontese. E' lo specchio di una provincia annoiata, come tante altre nella penisola italiota. La storia parte da una situazione non propriamente facile che risulta amplificata dal contesto provinciale, dove per noia anche la minima cosa viene ampliata; in questo ambiente un qualsiasi problema diventa molto più grande e si arriva a sfiorare il dramma.

Dal dramma sfiorato scoppia il "grosso bubbone" e tutto fa immaginare a un cambio radicale di rotta, ma siamo in provincia e tutto torna come da principio: il quieto vivere, la routine copre ed appiana tutto come una grossa nebbia autunnale. Ci sono tutti gli stereotipi della provincia e del provincialismo: la gente che al primo pettegolezzo mormora e parteggia dalla parte che gli fa più comodo all'occorrenza; il signorotto locale, arricchitosi da poco, che con molta arroganza tenta la scalata alla poltrona di sindaco. All'inizio la narrazione è troppo veloce, caotica, frenetica, "giovane"; la carrellata di giovani è macchiettistica: l'autolesionista, il tipo che parla con i rutti (forse un omaggio a Elio e le Storie Tese?), quello bruciato dalla droga, la ragazza che non regge l'alcool.

Il finale però è buono e rivaluta il film che fino a questo punto restava insipido, rendendolo più che dignitoso. Infatti a differenza di tanti altri film racconta qualcosa di interessante (l'interesse è sempre dato dal modo in cui viene raccontato). Si propone di sviluppare un fatto e vi riesce senza troppi fronzoli o particolari sequenze ad effetto. Buona e incoraggiante opera prima di Paravidino che è anche sceneggiatore (con Orlando e Fusetti) e attore. Da segnalare anche la buona sceneggiatura come la scelta azzeccata di accompagnare alcune scene del film con la bella canzone "The crying game". Positivi e diretti bene alcuni personaggi (Gianluca, Cinzia e Davide).

Nota di merito, come al solito, alla brava Valeria Golino.