BOKOR - Anomia 1
Scarlet/Audioglobe, 2007
Dopo i Lingua, la Svezia sforna un altro grande gruppo, messo immediatamente sotto contratto dalla sempre attenta Scarlet Records. Questa volta sono i Bokor (il cui nome trae origine dai sacerdoti voodoo che praticano magia malvagia), a regalarci quest'entusiasmante "Anomia 1". La band scandinava raccoglie cinque eccellenti musicisti che provengono dai più svariati ambiti musicali e grazie alle loro esperienze passate, hanno concepito questo gioiello, catalogabile semplicemente nel filone post rock. In realtà, i sei brani qui contenuti (per una durata di 44 minuti), raccolgono influenze derivanti dai più disparati generi: come punto di partenza prendiamo il sound oscuro dei Tool, a cui aggiungiamo un tocco di flavour progressive in stile Opeth e l'abrasivo death-rock alla Mastodon. Se pensate che il sound dei nostri sia tutto qui, beh vi sbagliate di grosso: ascoltatevi i 14 minuti di "Migrating" e potrete sentire cenni di Porcupine Tree e Anathema, grazie al suo inizio malinconico, che via via cresce e ci fa sognare con quelle sue chitarre acustiche, per poi incendiare l'aria con pesanti riff death (Entombed docet), rallentare con sonorità psichedeliche e tribali e infine farci scatenare in un frenetico e sfrenato headbanging dalle vaghe tinte punk. La voce dell'esuberante Lars Carlberg è in grado di conquistarci con la sua ugola, un mix tra i vocalist di Tool e System of a Down (ascoltare per credere i primi due pezzi), per poi rivelarsi una vera furia, quando deve urlare dentro al microfono, tutta la sua rabbia con vocalizzi growl e scream. "Anomia 1", così com'è successo per il debut dei Lingua, vi sembrerà pesantemente debitore al sound dei Tool, tuttavia sono rimasto impressionato dalla freschezza musicale dei Bokor, artisti creativi e dotati di una elevata caratura tecnica. I sei brani che compongono il disco non mostrano punti deboli, non hanno cali d'alcun tipo, sono semplicemente magnifici e carichi di un'emozione palpabile dal primo all'ultimo minuto. Tutti dovrebbero avvicinarsi e provare a dare un ascolto a questo disco: non solo gli amanti di sonorità alternative, ma anche chi predilige il black o il death, l'hard rock o l'heavy metal, il blues o l'industrial. I Bokor sapranno conquistarvi comunque, perchè la loro musica è imprevedibile, ricca di sfumature, di ironia e profonda ispirazione. Se il buongiorno si vede dal mattino, questi cinque ragazzi di strada ne faranno davvero molta...
VOTO: 85