RIVERSIDE - Rapid Eye Movement
Inside Out/Audioglobe, 2007
Chiariamo subito le cose: io sono un grande fan della band di Varsavia quindi, quanto scriverò, rispecchia fortemente ciò che ho provato nell’ascoltare questa nuova fatica del quartetto polacco. Devo ammettere a priori una cosa però: mi aspettavo davvero l’album della consacrazione, il top dell’anno per questo genere, in grado di surclassare anche i Porcupine Tree, ma alcune sbavature e passaggi a vuoto, non fanno altro che rimandare questa gioia per il sottoscritto. 'Rapid Eye Movement' è senza dubbio un ottimo lavoro che sicuramente non deluderà gli amanti delle sonorità progressive e tutti i fan (quelli un po’ meno esigenti del sottoscritto), del combo centro europeo. L’opener è affidata alla magnetica 'Beyond the Eyelids' che insieme a '02 Panic Room' rappresentano le mie songs preferite: ambientazioni oscure, atmosfere eleganti garantite dalle ottime tastiere di Michal Lapaj e poi c’è la voce meravigliosa di Mariusz Duda, in grado di regalare emozioni da brivido e insieme di fugare ogni dubbio sullo stato di forma della band. I Riverside, con questo terzo full lenght, che ha come tema portante la fase REM del sonno, caratterizzata dalla percezione di immagini e suoni apparentemente reali, ci catapultano nel loro mondo onirico, proseguendo il discorso musicale iniziato con 'Out Of Myself' e 'Second Life Syndrome'. Anche se rispetto a questi due lavori è stato fatto un piccolo passo indietro, la musica dei nostri è capace di toccarci nell’intimo, come poche volte accade: distillati di malinconia, atmosfere toccanti, melodie sognanti ci regalano enormi emozioni; oltre ai due brani già citati, 'Schizophrenic Prayer', 'Through the Other Side' e 'Embryonic', stimolano i nostri sensi, con le loro dolci melodie suggestive. Discorso a parte meritano invece 'Rainbow Box' e 'Parasomnia', le songs che insieme a 'Cybernic Pillow' ci mostrano il lato più aggressivo della band e che sinceramente meno ho apprezzato. La conclusiva, 'Ultimate Trip', fonde nei suoi tredici minuti il meglio dei Riverside, spaziando da momenti tipicamente progressive a sfuriate metalliche, con la voce talentuosa di Mariusz a dimostrare il suo immenso valore e a suggellare il ritorno trionfante di una grandissima band che insieme a Porcupine Tree ed Anathema, può raccogliere la pesante eredità lasciata dai Pink Floyd. Che dura sarà ora la trepidante attesa per il nuovo album. Non vedo già l’ora...
VOTO: 80