MESHUGGAH - Catch thirty three
(Nuclear Blast, 2005)
Avevo 16 anni, quando acquistai nell’estate del 1991, il primo Lp dei Meshuggah, “Contradictions Collapse”, album pesantemente influenzato dai primi lavori dei Metallica. Sono passati ben 14 anni, 6 album e 4 mcd, e il combo svedese è diventato una delle più importanti e influenti band in ambito estremo. Esce oggi questo “Catch thirty three”, che dovrebbe consacrare definitivamente il quintetto scandinavo, tuttavia (e qui i fan più accaniti forse verranno a cercarmi a casa), il nuovo lavoro mi ha leggermente deluso. Di primo acchito, ci si rende subito conto che per assimilare i 47 minuti che compongono quest’album, servono ripetuti e ripetuti ascolti. La musica non differisce più di tanto dai precedenti lavori: si rende solo più arzigogolata e schizzata, talvolta snervante al punto tale da farmi spegnere lo stereo e riprendere fiato; e ancora, in altri frangenti (quando la band si ferma, e per 5 minuti si intestardisce a ripetere gli stessi 3 accordi) risulta noiosa e prolissa. Sicuramente questo è l’album più sperimentale dei 5 ragazzi di Stoccolma: allucinati riff di chitarra in primo piano (chitarre a 8 corde, accordate bassissime) sorreggono una batteria totalmente impazzita (ottimo come sempre l’apporto di Tomas Haake dietro le pelli, a conferma del fatto che sia uno dei migliori batteristi in circolazione), e poi i classici controtempi su controtempi tipici dei Meshuggah, i ritmi spezzati, con il cantato urlato di Jens Kidman sopra. Concludendo, non posso dire assolutamente che questo “Catch thirty three” sia un brutto album, però mi aspettavo qualcosina in più... Comunque, lo sapete anche voi, i Meshuggah o si amano o si odiano, voi da che parte state?
Voto: 70