Abominable putridity - The anomalies of artificial origin (2012)
Label: Brutal bands
Issued: 2012
Per combinazione vi viene in mente quel supercoglione di Lester Bangs che nel sessantanove si (re)inventa la definizione "heavy metal" per raccontare una esibizione live dei Blue öyster cult. Esotermia, sudore, energia, reggiseni. Il rock trasmuta l'anticonformismo in emanazione. Si isola, in un certo senso. Vent'anni dopo salta fuori il death metal, la frontiera estrema dell'heavy metal. E poi il brutal death metal, la frontiera estrema del death metal, e infine lo slam brutal death metal, la frontiera estrema del brutal death. Letto questo articolo decidete di aprire youtube e mettete su il secondo album delle Abominevoli putrescenze. Slam metal moscovita, dalla Russia. Non è strano: lì c'è una fervida scena underground, pare. Il disco dura meno di ventisei minuti. Il tempo di una cacata senza fretta. Controllato la carta igienica? OK, andiamo. Per tutto il tempo bassochitarrabattera faranno la stessa cosa all'unisono, cioè TRRRRRRRRR. Come il vostro deretano, del resto. Poi c'è la voce. Un ibrido tra un maiale che viene sgozzato, un tombino rigurgitante merda liquefatta, il rumore del modem ISDN che vi si è rotto nel novantanove e, naturalmente, il vostro deretano. Mettete su Remnants of the torture e ascoltatela seguendo il testo disponibile su darklyrics.com. Vi divertirete, ve lo assicuro.
Sì però avrei fretta: Remnants of the torture