The Big south market - Muzak (2016)
Label: autoproduzione
Issued: 2017
Si esordisce con un groove intimidatorio, compatto e rissaiolo, rintuzzato da semicelate evoluzioni batteristiche da vecchio thrashettone impenitente (Big deal). Nella diametrale Before (You make it deeper), invece, languono sensazioni eminentemente alt-metal, forse per via del trattamento distorsivo riservato alla traccia vocale, forse per mero spirito di contrapposizione. Il resto dell'ep dirige la prua nella confortevole direzione di certo magmatico hard rock novantiano (Moondrink: ve li ricordate ancora i Pride and glory?), di certo blues suburbano riscaldato sul cucchiaino nella maniera, per esempio, degli Alice in chains (il mood di Red carpet, la anagraficamente desertica Desert motel). Muzak è la musica per ambienti: musica da parrucchiera, da dentista, da ascensore, da centro commerciale. La musica di merda, insomma. Quella finalizzata unicamente a coprire il silenzio. Muzak era una autorevole rivista indipendente di RPI. Segue un estratto dal manifesto culturale pubblicato sul numero 1 della rivista: "Con questa parola gli inglesi indicano la musicaccia. Quella di Orietta Berti. O Engelbert Humperdick. O David Cassidy. / ... / E perché no? Anche i Beatles. Anche quelli disguistosamente muzak di Michelle".
Sì però avrei fretta: Desert motel
Due chiacchiere con gli autori
Q1 - Solo due musicisti. Uno in meno del già essenziale power trio. Prima i White stripes. Poi i Black keys, infine i Royal blood addirittura senza chitarra. Minimalismo oppure evoluzione tecnologica?
A1 - Tutte e due le cose. Il minimalismo è evoluzione e soprattutto sperimentazione. Quando fai un genere come il nostro la chitarra e la batteria non bastano, ci vuole il groove, un sound curato nei dettagli e rabbioso allo stesso tempo. Noi proviamo a fare in due quello che normalmente andrebbe fatto con gruppi di tre o quattro musicisti e non possiamo prescindere dalla sperimentazione.
Q2 - Che cosa si vende nel Grande mercato del Sud?
A2 - Vendiamo hard rock, stoner, blues, riff di chitarra a palate. Zero additivi e zero colori artificiali, un grande mercato biologico del rock insomma… aperto a tutti, vegani e carnivori.
Q3 - OK, e adesso?
A3 - Adesso tanti live ma anche tanti progetti per il futuro. Stiamo cercando di promuovere al meglio il nostro Ep con uno sguardo al disco che verrà, speriamo presto. Nel frattempo portiamo in giro il Market e la nostra idea di power duo con l’obiettivo primario di divertirci e spaccare. Sulla nostra fan page di facebook tutti gli aggiornamenti.